LA MEDITAZIONE IN PRATICA. Dritti al cuore dello Yoga

La pratica della meditazione si trova proprio al cuore dello Yoga.

Quando siamo stanchi e confusi, fermarci è un’azione che può rendere più equilibrate quelle successive.
Ma è un atto insolito, per tutti noi stranamente difficile, nella sua apparente semplicità.
La meditazione inizia proprio da qui.
Da quella pausa che decidiamo di inserire nel vortice delle nostre azioni per aprire un varco alla luce della consaspevolezza. La qualità da coltivare se desideriamo sinceramente un mondo migliore.

Essere pienamente presenti mentre viviamo non è poi così scontato…La nostra mente vaga incessantemente da un passato irrisolvibile ormai, a un futuro che può solo essere immaginato. Siamo distratti e poco efficaci.Stress e affaticamento cronico sono i frutti aspri di questo approccio alla vita, o forse, sarebbe meglio dire, di questo nostro esilio dalla pienezza della vita.

In questa epoca di incertezze e distrazioni , concederci del tempo per sviluppare la preziosa qualità della consapevolezza, può rappresentare uno degli investimenti più saggi: darà certamente i suoi frutti in ogni campo della nostra vita.

TANTE STRADE PER UN UNICO SCOPO

Oriente e Occidente su questo terreno poco battuto si incontrano da sempre. Come ci raccontano  le testimonianze di esseri umani valorosi, che in tutte le epoche si sono avventurati  prima di noi in questi territori ignoti, coltivando il silenzio e l’osservazione equanime. Provengono da tutti gli angoli del mondo ed evidentemente avevano in comune con noi alcune difficoltà fondamentali.
E’ naturale che vi siano diversi percorsi, metodi e tecniche per risvegliare dal torpore la presenza consapevole, questa prodigiosa qualità umana. La grande ricchezza degli abitanti del pianeta risiede anche nelle infinite differenze.

Coltivare la consapevolezza  è l’essenza di tutte le pratiche di meditazione, ma pochi sanno che è anche il cuore dello Yoga, tanto da considerarli percorsi separati.
Nel testo Yoga Sutra di Patanjali , lo stato di meditazione rappresenta una tappa fondamentale del percorso dell’ashtanga Yoga (lo Yoga delle otto membra) oltre che il filo conduttore di tutto il viaggio del praticante.

Succede spesso che il labirinto di metodi, etichette, gruppi in cui compare la parola “meditazione” generino disorientamento e confusione. Potremmo finire per desistere dall’impresa o inerpicarci su versanti infidi e scivolosi: vicoli ciechi che inghiottono il nostro tempo così prezioso.

Come riconoscere il metodo adatto? Indubbiamente dalla sua efficacia a lungo termine nella vita reale

LA PRATICA

E’ una pratica difficile?
La tecnica è facile e alla portata di ogni essere umano. Richiede fiducia, dedizione e una buona guida.

  • Non richiede posizioni obbligate
  • Non è necessario svuotare la mente ( cosa peraltro impossibile) 
  • Non è legata ad alcun credo religioso

Ciò che realmente è difficile è decidere di praticare, rinnovando nel tempo questa decisione. A volte è difficile avere fiducia nella propria capacità di prendersi una pausa, di fare nuove scoperte, di portare cambiamenti nella propria vita.

Fermarsi, mettersi in ascolto, imparare da quel che succede, esplorare. Queste sono le azioni essenziali di ogni pratica.
Ogni volta è come attingere ad una fonte salutare di cui, forse, ignoravamo l’esistenza

Questa esplorazione può essere fatta in solitaria ma condividere il cammino, seguendo le indicazioni di chi ci ha preceduto in queste avventure, renderà il viaggio più sicuro e interessante.
Sostare in silenzio con altri esseri umani come noi, è un atto straordinario e potente.