Ricordo quando ai tempi dell'università, di ritorno dalla grande città, scendevo dal treno e mi incamminavo a piedi verso casa.
Vivevo allora in un paese sul lago, dove tornavo sempre volentieri, felice di ritrovare i miei sentieri nei boschi e gli amici.
Di quei passi verso casa ho ancora viva la sensazione intensa del silenzio, dovuto all'assenza del rumore di fondo del traffico cittadino.
Come se all'improvviso mi accorgessi dei rumori che mi avevano accompagnato nei giorni precedenti. E realizzassi dove era la mia vera dimora.
Quel silenzio poteva esistere anche dentro di me?
Forse non è un caso che proprio in quegli anni cominciassi a sperimentare con curiosità le mie prime lezioni di Yoga.
Ritrovare sul tappetino quello spazio e quel silenzio mi dava sollievo e una direzione del tutto nuova.
Col tempo ho avuto la conferma di come lo Yoga ci consenta di sperimentare e accettare spazi di silenzio via via più ampi. All'inizio questo può destare stupore, resistenze, paura, curiosità...
Immersi in un mare di rumori e di stimoli, il silenzio è una dimensione che conosciamo poco, da scoprire con gradualità . Da soli o in buona compagnia, ci riserverà sempre importanti scoperte.
Come possiamo preparare il terreno al silenzio?
- Rallentando
- Inserendo piccole pause tra le azioni
- Facendo un po' di spazio nella nostra casa
- Diradando i nostri troppi impegni
- Ripulendo il terreno dalle erbacce: azioni e parole inutili che ingombrano le nostre giornate
I semi del silenzio potranno così germogliare e via via che l'albero avrà solide radici, ci regalerà i suoi primi frutti: chiarezza, pace, creatività.
Se impariamo a proteggere questa pianta magica, avremo sempre un luogo di pace e frescura in grado di accoglierci e proteggerci, anche durante le peggiori tempeste