Āsana: oltre l' apparenza

Il primo incontro con lo Yoga avviene per molti di noi osservando dalla nostra poltrona preferita, immagini di corpi flessibili  in varie posizioni su bei tappetini di gomma colorata: queste visioni possono affascinarci, destare istinti di emulazione, spaventarci o risvegliare domande interessanti.

Ad un primo sguardo questo sembra  essere lo Yoga.

Davanti ai nostri occhi gli Āsana sembrano semplicemente posizioni del corpo dai nomi curiosi, che tradotti dal sanscrito, così risuonano: “albero”, “gatto”, “cane a testa in giù”, “diamante”, “mezza luna”, “aratro”... termini che comprendono i diversi aspetti della manifestazione : quella vegetale, animale, minerale, cosmica e quella dell’ingegno umano, ricordandoci la nostra inclusione profonda nel regno della natura.

Questo primo incontro “visivo”con lo Yoga, che a volte si accompagna ai racconti di praticanti più o meno entusiasti o a qualche lettura sul tema, condurrà alcuni di noi, un bel giorno, su un tappetino per sperimentare finalmente quello che fin qui, avevamo intuito come una possibilità.
Ora può avere inizio un viaggio di scoperta davvero sorprendente.  

COSA STIAMO CERCANDO?

E' una domanda importante, visto che lungo la via incontreremo tanti sentieri ma non potremo certo percorrerli tutti.
In molte scuole Yoga, ciò che si mette in primo piano o in vetrina, è la parte esteriore di Āsana: ciò che appare allo sguardo. Quando gli Āsana, noti  le “posizioni” dello Yoga, vengono insegnati privilegiando la forma e misurando i progressi con il livello di perfezione nell'esecuzione, la nostra attenzione di praticanti sarà inevitabilmente proiettata verso  l'esterno, perdendo l'occasione di orientare lo sguardo verso di noi e le nostre sensazioni.
Se siamo alla ricerca di un metodo per migliorare la flessibilità del corpo o la nostra immagine esteriore, lo troveremo piuttosto facilmente anche qui come altrove. E' vero che ognuno trova ciò che cerca. 
Potremmo comunque porci una domanda: perchè dovremmo utilizzare lo Yoga come metodo per il fitness, quando le palestre offrono già una gamma completa e talvolta più qualificata per questo scopo? Dopotutto la meta dello Yoga riguarda una trasformazione interiore, che si rifletterà nel nostro approccio alla vita.
Non a caso questa antica Arte mette in primo piano altri mezzi come i principi etici,  Il lavoro con il respiro e il Prānāyāma, il canto, la concentrazione, la meditazione...che purtroppo solo raramente vengono insegnati nelle scuole di Yoga.

Se desideriamo trovare un metodo che ci aiuti  a riconciliarci con il nostro corpo (indipendentemente dall' età e dal nostro stato di salute), aprendoci al respiro e alla gioia di essere vivi, potremmo trovare nello Yoga risposte molto più interessanti. Potremmo scoprire un percorso che ci aiuterà a sviluppare la capacità di sentire sollevandoci dal dovere di apparire e di competere, creando finalmente uno spazio libero dal giudizio in cui conoscerci meglio e prenderci cura di noi in modo più intuitivo e naturale.
Le scuole che offrono questo approccio più completo sono meno numerose, ma vale la pena di cercarle.

 YOGA O ATTIVITA' FISICA?

E' noto quanto sia salutare mantenere il corpo in esercizio e in movimento, soprattutto in questa epoca in cui la sedentarietà  legata alle nostre modalità di lavoro o di intrattenimento, oltre che alla pigrizia, costringono i nostri corpi in posizioni rigide e innaturali per ore.
Nuotare, camminare nella natura, pedalare, ballare, sudare su un tappetino...sono per noi oggi attività vitali, di cui i nosti antenati  cacciatori e raccoglitori non avevano assolutamente bisogno! 
A quanto pare i benefici dell'attività fisica non riguardano solo il corpo e  le sue funzioni fisiologiche, ma anche la salute e la longevità del cervello, come ci indicano i più recenti studi nel campo delle neuroscienze.
Se siamo davvero molto sedentari, dubito che lo Yoga, magari praticato per un'ora a settimana possa assolvere queste funzioni. Anche se abbiamo la buona abitudine di praticare regolarmente, non facciamoci mancare ogni giorno il giusto movimento, adatto a noi, piacevole e stimolante.

SE GLI ASANA NON SONO SEMPLICI ESERCIZI COSA SONO?

Nel suo autorevole trattato sullo Yoga, Patanjali dedica ad Āsana solo tre Sutra su 195 e non si sofferma a descriverli. Elenchi e descrizioni degli Asana si trovano in trattati di epoche successive, di cui la più nota è la Hatayoga Pradīpikā,  ma  soprattutto negli insegnamenti pratici dei tanti Maestri in carne ed ossa che da ogni angolo del vasto continente Indiano hanno raccolto, trasmesso e  innovato, una tradizione antichissima. Forse proprio facendo affidamento al loro fervente lavoro sul campo, Patanjali ci ha descritto invece un modo di essere nel corpo davvero speciale: in cui essere al contempo stabili e rilassati , applicando il giusto sforzo ad ogni posizione per aprirci al respiro in piena coscienza. 
Questo modo di abitare il corpo con la nostra intensa presenza,  ci suggerisce che lo scopo non è la forma  ma il livello di consapevolezza che abita il corpo. 
Questo atteggiamento nuovo può consentirci di sperimentare in sicurezza migliaia di forme fisiche ed energetiche, integrandole con il respiro ed adeguandole sempre al nostro sentire interno. Cosa che sarebbe più difficile se ascoltassimo musica o parlassimo d'altro mentre pratichiamo.
 
UN ESEMPIO

La nota posizione di pashimatanasana conosciuta anche come posizione della pinza seduta, può essere per alcune persone davvero benefica, ma nasconde anche delle insidie e non è adatta a tutti. Può essere sperimentata seguendo strade diverse e ottenendo risultati molto differenti. Provo ad immedesimarmi in un praticante che può trovarsi in una delle due situazioni che seguono.

1. Guardo la forma della posizione, cerco di copiarla dall'insegnante, o da un video o  una immagine. La mia attenzione è rivolta all'esterno.
A volte la posizione non viene inserita in una sequenza logica, che potrebbe essermi di aiuto preparandola e compensandone gli effetti. Anche con la vaga raccomandazione di "non forzare", non so bene cosa fare perchè ancora non riconosco i segnali del corpo...quindi cerco di riprodurre  solo ciò che vedo. Molto probabilmente il modello che ho davanti è diverso da me: può trattarsi di una persona più allenata, magari più giovane, con una struttura fisica differente.
In mancanza di diverse indicazioni cercherò dunque di far entrare il mio corpo nella forma che i miei occhi vedono. Quando questo non è possibile, ne potrei ricavare frustrazione, desistere, insistere nell'errata convinzione che lo Yoga sia sempre e comunque salutare, con il rischio di danneggiarmi .

2.  Con parole chiare mi viene indicata la direzione che può portarmi verso l'esperienza di un profondo allungamento delle catene muscolari posteriori del corpo, suggerendo movimenti preparatori e graduali in cui potrò riconoscere i miei limiti e le mie possibilità. Vengo anche  guidata all'ascolto delle sensazioni, per riconoscere cosa sta succedendo nel mio corpo, nel mio respiro e nella mia mente. Perchè questo possa accadere il ritmo è lento e ci sono delle pause tra le azioni. Ho la possibilità di applicare adattamenti, come ad esempio la flessione delle ginocchia o l'uso di supporti per andare gradualmente e in modo sicuro verso un allungamento via via più profondo. Posso anche iniziare sperimentando seduta sulla sedia, o con uno sgabello davanti a me.
Infine l'attenzione viene spostata da ciò che si vede all'esterno a quello che sento all'interno, lasciando andare la preoccupazione di sbagliare, apparire e competere. 

IL CORPO CI PARLA

Avrai intuito come l'esperienza corporea che lo Yoga ci propone attraverso gli Āsana può essere ben più ricca di quel che sembra, è un luogo di apprendimento formidabile, molto più stimolante di una sfilata di posture da copiare.
E' anche terreno molto fertile dove incontrare in sicurezza i nostri limiti e le nostre possibilità di cambiamento, in cui decifrare il linguaggio con cui il corpo ci avvisa e ci parla, in cui scoprire i moti naturali  del respiro e tante altre cose... ma ti invito ora a riposare lo sguardo e ad arricchire questo elenco con le tue scoperte sul terreno della pratica.